Le cose da sapere se si vuol aprire un’attività

Ogni giorno in tutte le città del mondo aprono nuove attività che spaziano in vari ambiti: dalla ristorazione all’intrattenimento, dalla cura della persona a quella della casa. Insomma un ampio spettro di vendita di prodotti e servizi offerti al cittadino per la quotidianità e il benessere. Per aprire un’attività, però, occorre anche rispettare determinate normative di sicurezza ed igiene dei locali adibiti allo scopo. Un percorso che devono seguire fedelmente tutti coloro che hanno intenzione di dare vita ad un rinnovato punto di vendita di beni o servizi. Vediamo nel dettaglio quali sono e come osservare queste regole.

Normativa per l’apertura di una nuova attività

Seguendo quanto anticipato sopra concentriamo l’attenzione su quella serie di regole da osservare quando si decide di aprire una nuova attività commerciale, che sia di vendita di beni o servizi. Indipendentemente da ciò che si offrirà al pubblico occorre prima di tutto compiere un passo propedeutico di carattere normativo. Ossia attenersi alle norme in fatto di igiene e sicurezza dei locali adibiti alla vendita: quindi predisporre questi ultimi (uno o più a seconda dei casi) all’efficientamento per ciò che concerne i termini di pulizia e tutela di dipendenti e clienti. In particolar modo poi nel caso dell’igiene vi è attualmente un occhio di riguardo maggiore dato il periodo pandemico vissuto. Un evento mondiale che rimarrà nella storia e che ha gettato ancor di più sotto la lente d’ingrandimento le varie attività commerciali per il rispetto delle regole di igienizzazione e sanificazione dei locali.

Le regole d’igiene delle attività commerciali

Focalizzandoci dunque sulle normative di igiene dei locali pubblici, da conoscere ed osservare qualora si decida di aprire una nuova attività, entriamo di più nelle pieghe di questo discorso. Il regolamento HACCP a cui devono attenersi tutte le attività, comprende proprio quella serie di interventi atti a predisporre un locale alla pulizia e salubrità dello stesso. Quindi azioni di sanificazione per lo più quotidiana o a cadenza settimanale al fine di garantire al pubblico e al cliente un’esperienza di acquisto del bene o servizio in linea con gli standard generalmente riconosciuti, tra cui la pulizia cappe ristoranti nella misura più accurata e dettagliata possibile. Il DPR 6/3/80 327, la legge L. 238 del 30 aprile 1962 e il Decreto Legge 155 del 1997, nonché il pacchetto “igiene” del 2004 con i regolamenti CE 852, 853, 854, del 2006 sono le linee guida da rispettare quando si parla di corretta predisposizione dei locali dal punto di vista della salubrità. Esse riguardano sia le attività a finalità alimentare che non, comprendendo per tanto ogni forma di esercizio commerciale.

Maggiore attenzione per le attività di ristorazione

Un’attenzione particolare alle normative citate devono poi averla tutte quelle attività che hanno a che fare con gli alimenti. Quindi il settore ristorativo, dove il cibo la fa da padrone, e deve essere servito al meglio della sua qualità. Per fare ciò occorre anche in questo caso avere un locale che sia pulito, e le cui materie prime utilizzate abbiano il medesimo trattamento. Ciò per far sì che non si incappi in violazione del regolamento HACCP e garantire al consumatore un’esperienza di gusto assoluto. Quindi pulizia delle cucine, dei sanitari, dei tavoli, e in generale delle aree allestite per l’attività di ristorazione. Senza contare il fatto che avere ambienti salubri vuol dire anche avere maggiori possibilità di attirare la clientela, spesso attenta a questo particolare aspetto dell’esercizio commerciale in questione. Per tanto maggiore sarà la pulizia più elevate saranno le possibilità di catturare il cliente fidelizzandolo poi con il sapore delle gustose pietanze offerte.

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