CONNECTED UN PROGETTO PIU’ CHE A EMISSIONI ZERO

I pezzi presentati in questa mostra hanno rimosso più carbonio dall’atmosfera di quanto generato

Ci vogliono poco più di 10 secondi perché il legno di latifoglia raccolto per produrre i progetti di CONNECTED
ricresca nella foresta degli Stati Uniti

American Hardwood Export Council, Benchmark Furniture e Design Museum hanno commissionato a nove dei principali designers del mondo la creazione di tavoli e sedute originali e fantasiosi per i propri uffici in casa. Il Life Cycle Assessment completo di ciascuno dei nove progetti dimostra che tutti i pezzi sono rispettosi dell’ambiente e che superano la “carbon neutrality”, lasciando un’impronta di carbonio negativa.

I designers hanno potuto scegliere tra tre legni di latifoglia sostenibili – la quercia rossa, l’acero e il ciliegio americani. E sono stati invitati a tener traccia del loro viaggio creativo per raccontare come hanno approcciato il brief e sviluppato i loro prototipi in un periodo di contatto fisico contingentato. Questi video-diari sono confluiti all’interno di un documentario che accompagna lo spettatore in un viaggio che ripercorre l’intero processo, dai laboratori dei designer attraverso le foreste Americane, fino al Design Museum.

Connected ha messo alla prova nove designer per creare un tavolo e una seduta per il proprio uso personale al fine di adattare le loro nuove modalità di vivere e lavorare in casa al tempo di COVID-19. Questo esperimento si propone di ampliare i confini di ciò che è possibile fare con questi legni e di esplorare come designer e artigiani hanno adattato le loro pratiche lavorative durante il lockdown. I nove progetti risultanti sono stati esposti al Design Museum dall’11 Settembre all’11 Ottobre e sono ora visibili in modo permanente come mostra virtuale qui.

I designer coinvolti sono: Ini Archibong (Svizzera), Maria Bruun (Danimarca), Jaime Hayon (Spagna), Heatherwick Studio (Regno Unito), Sebastian Herkner (Germania), Maria Jeglinska-Adamczewska (Polonia), Sabine Marcelis (Paesi Bassi), Studiopepe (Italia) e Studio Swine (Regno Unito / Giappone).

L’analisi ambientale risponde a un altro obiettivo chiave per il design nel mondo post-Covid, per garantire cioè che i prodotti siano sostenibili in modo dimostrabile. Se considerati in gruppo, i progetti di Connected sono più che a emissioni zero. Il potenziale del riscaldamento globale totale (GWP) – spesso indicato come “impronta di carbonio” – dei nove progetti di Connected è inferiore a 342kg di CO2 equivalente.

CARBON NEUTRALITY

La carbon neutrality è stata ottenuta in quanto il carbonio immagazzinato nel legno impiegato per i progetti di Connected, insieme a una piccola compensazione dovuta all’utilizzo di scarti del processo per la produzione di energia, supera tutte le emissioni di carbonio generate durante l’estrazione, la produzione e il trasporto delle materie prime, la lavorazione in Benchmark e la consegna dei prodotti finiti al Design Museum.

I dati dell’inventario forestale del governo statunitense mostrano che ogni anno, dopo aver tenuto conto della mortalità naturale e del raccolto, il volume di acero, quercia rossa e ciliegio nelle foreste statunitensi aumenta rispettivamente di 29,2 milioni di m3, 28,7 milioni di m3 e 5,4 milioni di m3. Ci vogliono solo poco più di 10 secondi perché il legno di latifoglia raccolto per produrre i progetti di CONNECTED ricrescia nella foresta degli Stati Uniti.

Acero, quercia rossa e ciliegio sono tutti sottoutilizzati dal punto di vista forestale. La creazione di mercati più ampi per questi legnami ridurrebbe la pressione su altre specie di latifoglie meno abbondanti e aumenterebbe i ritorni finanziari risultanti dalla gestione sostenibile delle diverse foreste semi-naturali.

Diversi fattori contribuiscono al raggiungimento della carbon neutrality:

  • L’uso dei tre legni di latifoglia americani abbondanti e sostenibili, che insieme hanno contribuito con 1,20 tonnellate (87%) sulle 1,38 tonnellate totali dei progetti di CONNECTED. Dato che non vi è alcun cambiamento nell’uso del suolo coinvolto per l’estrazione del legname e, la crescita supera di gran lunga il raccolto, non vi è l’accumulo di un “debito di carbonio” dovuto alla raccolta di queste specie legnose negli Stati Uniti.

  • Input di energia relativamente bassi necessari per convertire i legni di latifoglia americani in materiali di valore e l’uso di questi materiali ancora in gran parte nel loro stato naturale con solo un’aggiunta limitata di altri materiali, trattamenti e finiture.

  • Lavorazione efficiente del legno fornito a Benchmark, combinata con il dirottamento del 40% degli scarti su altri prodotti, il che significa che il 69% del legno consegnato al produttore è contenuto in progetti finiti.

  • La decisione di Benchmark di acquistare elettricità da un fornitore di energia rinnovabile al 100% che ha ridotto le emissioni durante la produzione nel Regno Unito di 300 kg CO2 eq. (rispetto alle emissioni che si sarebbero avute se l’elettricità fosse derivata dal mix di rete standard del Regno Unito).

  • L’aspettativa di la lunga vita dei prodotti, che a sua volta dipende dalla qualità del design, dall’artigianalità e dai materiali.

Una risorsa rinnovabile

La base di qualsiasi affermazione sui benefici in termini di carbonio dei prodotti in legno dipende dal fatto che provengano da una fonte sostenibile. L’acero, la quercia rossa e il ciliegio americani sono tutte specie di legname abbondanti e raccolte in modo sostenibile.

Wood carbon store

Deposito di carbonio nel legno

Il legname di American Hardwood consegnato a Benchmarck rappresentava una riserva significativa di carbonio e forniva la materia prima essenziale per la fabbricazione di prodotti a impatto zero. Il carbonio immagazzinato nel legno durante la crescita (2,51 tonnellate di CO2 eq.) ha superato tutte le emissioni di carbonio durante l’estrazione, la lavorazione e il trasporto dei materiali dagli Stati Uniti (1,36 tonnellate di CO2 eq.). Di queste emissioni, quelle durante la lavorazione (87% – principalmente essiccazione in forno) hanno ampiamente superato quelle durante il trasporto (9%) nonostante la distanza di spedizione coinvolta. Solo il 4% circa delle emissioni di carbonio per consegnare il legname americano nel Regno Unito si è verificato durante le operazioni di silvicoltura.

I Life Cycle Assessment dei 9 progetti sono disponibili su Connected virtual exhibition.

Carbon footprint Q&A

Che cos’è l’impronta di carbonio?

L’impronta di carbonio quantifica le emissioni di gas serra durante il ciclo di vita di un prodotto. È la somma di tutti i gas emessi (inclusi l’anidride carbonica CO2, il metano e il vapore acqueo) che influenza l’equilibrio di energia dell’atmosfera portando ad un aumento della temperatura. Viene espressa in kilogrammi di diossido di carbonio equivalente (kg CO2 eq.)

Un’impronta di carbonio negativa (per esempio inferiore a zero viene indicata come “più che carbon neutral”) è possibile per i prodotti in legno. Durante la crescita, gli alberi assorbono CO2 dall’atmosfera che viene immagazzinata nel prodotto (e quindi non riscalda più il pianeta) per tutto il tempo in cui è in uso.

Lo scarto di legno generato durante la lavorazione dei prodotti può essere incenerito per generare ulteriore energia per altri processi industriali i quali altrimenti utilizzerebbero combustibili fossili.

Quando il legno proviene da una fonte rinnovabile, sia il carbonio immagazzinato nel legno che la compensazione dovuta all’energia generata dall’incenerimento degli scarti del legno vengono considerati “emissione negativa” nel calcolo dell’impronta di carbonio.

Nel Regno Unito, dove sono stati prodotti i pezzi per Connected, la rete elettrica si basa su combustibili fossili non rinnovabili per circa il 62% della fornitura di energia. Come risultato, il compenso dovuto all’introduzione nel mix energetico di scarti di legno carbon neutral è significativo.

Cosa si include nell’impronta di carbonio?

La valutazione copre tutti i processi, dall’estrazione del legno e delle altre materie prime, al trasporto dei materiali fino al luogo di produzione, tutte le fasi di lavorazione (segatura ed essiccazione nel caso del legno), il trasporto di prodotti lavorati presso lo stabilimento nel Regno Unito, e la produzione del pezzo finito.

A causa della mancanza di informazioni specifiche sulla durata, la manutenzione e lo smaltimento a fine vita, la valutazione dell’impronta di carbonio non può considerarsi completa, e determina invece l’impatto ambientale del progetto quando consegnato al London Design Museum.

Chi ha redatto l’impronta di carbonio?

Il Life Cycle Assessment è stato commissionato da American Hardwood Export Council (AHEC) e preparato da Rupert Oliver, direttore del Forest Industries Intelligence Ltd, consulente con sede nel Regno Unito che vanta oltre 25 anni di esperienza nell’ambito della sostenibilità nel settore dei prodotti forestali.

Come viene effettuata la valutazione?

La valutazione si basa su uno studio di due anni del Lyfe Cycle Assessment commissionato da AHEC e intrapreso da PE International (ora Thinkstep) per valutare gli impatti ambientali legati alla consegna di legno di latifoglia americano nei mercati mondiali. Ciò ha comportato una valutazione ad ampio raggio delle pratiche di silvicoltura del legno di latifoglia e un’indagine su centinaia di aziende di legno di latifoglia statunitensi. Le informazioni dell’LCA dei legni di latifoglia statunitensi sono combinate con i dati più recenti dell’inventario forestale del governo degli Stati Uniti e con i dati raccolti durante la produzione presso Benchmark nel Regno Unito. I dati sono poi combinati con il database di inventario del ciclo di vita esistente di Thinkstep che copre una gamma in espansione di materiali e prodotti non legnosi.

Quali le ipotesi avanzate?

In ogni valutazione sull’impronta di carbonio, ci sono dei gap di dati mancanti, pertanto, devono essere avanzate delle ipotesi. Quest’ analisi pecca per cautela e punta a sovrastimare piuttosto che sottostimare l’impatto ambientale. Per esempio:

Si presume che il legno duro degli Stati Uniti venga consegnato a Benchmark attraverso un percorso relativamente lungo: in camion dal punto di raccolta centrale fino a un porto dell’East Cost degli Stati Uniti (1100 km per la quercia rossa, 650 km per l’acero e 510 km per il ciliegio), in nave portacontainer fino a Tilbury (6300 km) e poi altri 200 km nel Regno Unito fino al cancello della falegnameria.

In assenza di informazioni più specifiche, si presume che altri materiali come colle e rivestimenti siano a base di solventi e provengano dall’Europa Centrale piuttosto che da produttori locali.

Si presume che gli scarti di legno provenienti dalla produzione vengano bruciati in una caldaia con una efficienza relativamente bassa. In pratica, livelli molto più alti della produzione di energia possono essere raggiunti nei moderni inceneritori a biomassa.

I progetti Connected sono su misura, come influisce ciò sull’ impatto ambientale?

L’impatto ambientale del prototipo e dei progetti realizzati ad hoc può essere molto elevato per unità di produzione a causa di tentativi ed errori occorsi durante la produzione. Quando si realizzano progetti finiti in scala, i produttori possono regolare l’approvvigionamento di materiali e le tecniche di produzione per aumentare significativamente l’efficienza e ridurre gli sprechi.

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